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1.
The article examines a constellation of intellectuals working in 1960s and 1970s Italy who are neither aligned with the extreme political projects of those years nor symptomatic of the perceived collapse in relations between high culture and politics in this period. Instead, Vittorini, Sciascia and Carlo Ginzburg are taken as illustrations of a fertile 'neo-rationalist' tendency in culture-politics relations, at once a reprise of strands from the Enlightenment, an attempt to move beyond Marxist cultural politics and a response to the spread of new intellectual disciplines. Vittorini is shown as laying the groundwork for this tendency, and Sciascia and Ginzburg as putting it into practice through hybrid discourses between narrative, politics, law and history. Finally connections are suggested between this tendency and a longer line of liberal intellectual practice, going at least as far back as the Partito d'azione group of the 1930s and 1940s. L'articolo prende in considerazione un gruppo di intellettuali italiani tra gli anni sessanta e settanta i quali non sono nè allineati con i progetti politici più estremisti di quegli anni, nè sintomatici di una sensazione di collasso imminente nei rapporti tra la cultura di alto profilo ed il mondo della politica, in questo periodo. Al contrario, Vittorini, Sciascia e Carlo Ginzburg sono qui considerati come promotori di una fertile tendenza 'neo razionalista' nei rapporti tra cultura e politica, caratterizzata da un unico tentativo di riappropriarsi di alcuni aspetti dell'illuminismo, di proiettarsi al di lÀ di una cultura politica marxista e di rispondere alla diffusione di nuove discipline intellettuali. Vittorini viene qui considerato come il fondatore di questa tendenza, mentre Sciascia e Ginzburg sono indicati come i prosecutori di questo modello culturale ibrido, prodotto dal convergere di varie discipline: narrative letterarie, politiche, legali e storiche. Infine, vengono indicate connessioni tra questa tendenza 'neo razionalista' ed una più ampia e tradizionale cultura intellettuale e liberale, che ha le sue origini nel gruppo del Partito d'azione negli anni trenta e quaranta.  相似文献   

2.
In 1992, Pasquale Galasso, a Camorra superboss, revealed many intricate secrets about the Neapolitan Camorra. This led to revelations from other pentiti (criminals turned state witnesses), allowing an insight for the first time into the Neapolitan Camorra from the insider's point of view. Understanding why individuals join a criminal organization, the Camorra in particular, is one of the questions addressed in this article. Using primary sources and an 'interaction model' based on the interplay of agency and structure, it studies the impact of Neapolitan criminal culture on an individual's life choices in the 1950s, and compares these with the 1980s and 1990s. It concludes that while in the 1950s criminal values were emerging as an ethos and had a somewhat limited impact on individuals, by the 1980s this ethos had become a clear 'subculture', an 'ideology' which had a pervasive influence on the life choices of many young Neapolitans. Nel 1992, Pasquale Galasso, super boss della Camorra, rivelÒ parecchi segreti sulle cosche napoletanc. La sua disponibilitÀ a collaborare spinse altri pentiti a seguire il suo csempio. CiÒ consentì per la prima volta di conoscere in maniera più approfondita la Camorra tramite le rivelazioni di alcuni dei suoi membri. Pertanto, i motivi per cui si sceglie di entrare nella Camorra è una fra le questioni analizzate nel presente articolo. Attraverso l'uso di fonti primarie e di un modello interattivo caratterizzato da una combinazione tra capacitÀ decisionale e struttura organizzativa, l'articolo sviluppa una analisi comparativa sull'impatto di una cultura criminale napoletana nei confronti delle scelte di singoli individui negli anni cinquanta, ottanta e novanta. Le conclusioni di questo studio sottolineano che, sebbene negli anni cinquanta una cultura criminale stava acquisendo un valore etico, essa aveva una influenza minima sulle scelte comportamentali dei singoli soggetti; mentre dagli anni ottanta era ormai divenuta una subcultura, una ideologia che aveva prodotto un impatto notevole sulle scelte di vita di molti giovani napoletani.  相似文献   

3.
Résumé  Près de quatre-vingt ans se sont écoulés depuis que Lucien Febvre a pris part à la première Semaine de synthèse, consacrée à la Civilisation. Le mot et l’idée. Avec le succès du ? choc ? de Samuel Huntington et le 11 septembre 2001, l’attaque terroriste des Twin Towers, l’usage du terme s’est largement diffusé. On rencontre ainsi toujours plus fréquemment le couple de concepts: civilisation et barbarie. La civilisation est déclinée au singulier, selon un ethnocentrisme exclusif et chargé de tendances antagonistes. Aujourd’hui ce cadre de réfexion s’est non seulement compliqué mais il est devenu confus. Dès lors une clarification est indispensable. Il convient, par conséquent, de poser ce problème et de saisir le terme de ? civilisation ? entre singulier et pluriel.
Civiltà, Dal Singolare al Plurale Riflessioni attuali in occasione della traduzione italiana di Civilisation. Le Mot et l’idée (1930)
Riassunto  Sono trascorsi quasi ottanta anni, da quando Lucien Febvre ha partecipato alla prima Semaine de synthèse, su Civilisation. Le mot et l’idée. Con la fortuna dello ? shock ? di Samuel Huntington e l’11 settembre 2001, l’attacco terroristico alle Twin Towers, si è diffuso l’uso del termine. Sempre più si propone la coppia di concetti: civiltà e barbarie. E declinata, la civiltà, al singolare, secondo un etnocentrismo escludente e gravido di tendenze antagonistiche. Oggi che il quadro si è non solo complicato, ma soprattutto confuso, il chiarimento è indispensabile. è perciò da quella impostazione che occorre prendere le mosse, di comprendere la voce ? civiltà ? dal singolare al plurale.


Vittorio Dini è professore di storia del pensiero politico e direttore del dipartimento di sociologia e scienza della politica presso l’università di Salerno (via Ponte don Melillo, I-84 084 Fisciano, Salerno, dini@unisa.it). Dirige la collana ?Civiltà? presso l’editore Colonnese di Napoli e ha pubblicato, segnatamente, una edizione italiana di Condorcet, Riflessioni sulla schiavitù dei negri (Napoli, Colonnese, 2003); un saggio ?Il Mediterraneo e le civiltà. Le storie; la storia? à in corso di stampa in una miscellanea per Augusto Placanica (Soveria Mannelli, Rubbettino).  相似文献   

4.
While not denying Giolitti's role in opening the political process to previously excluded groups, this article describes a fundamentally conservative statesman who was deeply pessimistic about the fragility of the Italian state. Giolitti, who ran every election but one with the aim of weakening the Socialist movement, was intensely uncomfortable about governing in alliance with mass political movements. He governed more successfully from the Center-Right in alliance with conservative liberals like Luigi Luzzatti, Tommaso Tittoni, and Pietro Bertolini. He was skeptical about granting the right to vote to all males and opposed women's suffrage. He sought to limit the growth of socialism in the countryside and in the south and frankly applied different measures to various parts of the country. Finally,while never abandoning his faith in parliamentary government, Giolitti became increasingly alienated from the Chamber of Deputies produced by the suffrage reform of 1912 and the elections of 1913, 1919 and 1921. In the post-World War I period this led to a mismatch between Giolitti's progressive program and his conception of politics. Mentre non si possa negare il ruolo di Giolitti nell'allargare il processo di partecipazione politica a gruppi politici e strati sociali esclusi in precedenza, questo articolo descrive un leader politico dallo spirito fondamentalmente conservatore, il quale nutriva un profondo pessimismo circa la fragilità dello stato italiano. Giolitti, che partecipò in ogni elezione, fatta eccezione per una di esse, con l'obiettivo di indebolire il movimento socialista, trovava estremamente difficile governare attraverso alleanze con movimenti politici di massa. Questi seppe governare con maggior successo grazie a coalizioni di centro destra con liberali conservatori quali Luigi Luzzatti, Tommaso Tittoni, e Pietro Bertolini. Giolitti era scettico riguardo l'estensione del diritto di voto a tutti i cittadini di sesso maschile e si oppose all'estensione di tale diritto alle donne. Cercò di limitare la diffusione del socialismo nelle campagne così come nel Mezzogiorno e, per tal proposito, utilizzò apertamente stratagemmi di diversa natura nelle varie parti del Paese. In fine, mentre non abbandonò mai la sua fiducia verso l'istituzione parlamentare, Giolitti perse gradualmente la sua egemonia politica sulla Camera dei Deputati a causa della riforma elettorale del 1912 e delle successive elezioni del 1913, 1919 e 1921. Questo fenomeno, all'indomani del conflitto bellico, condusse ad una inaspettata contrapposizione tra il programma politico progressista di Giolitti e la sua concezione della politica.  相似文献   

5.
My purpose here is to place the thought of Carlo Cattaneo in relation to French Restoration liberalism, and I therefore consider the doctrinaire school (among others, Guizot and Cousin) and the Coppet Circle (notably, Constant, StaËl and Sismondi). A concern to render reason sovereign was perhaps shared by all in post-revolutionary Europe who were cultivating human or social science, yet there was in Guizot's concept of 'the sovereignty of reason' a spiritualist, authoritarian and anti-individualist implication. By contrast, Cattaneo wished to honour 'the truth of local facts', that is the specific attributes of all the parts of which a state consisted, and in this regard his thought is descended not from the doctrinaires but from the individualist liberalism of Constant. I also remark upon Cattaneo's debt, openly declared, to the earlier historical writings of Thierry,and therefore to the political precepts of the late id é ologue tradition. Il mio scopo è quello di porre il pensiero di Carlo Cattaneo in relazione al liberalismo francese durante il periodo della Restaurazione, e confrontarlo in particolare con l'Ecole Doctrinaire (tra gli altri, Guizot e Cousin) ed il Circolo Coppet (principalmente, Constant, StaËl e Sismondi). L'idea di rendere la ragione sovrana era forse un sentimento condiviso da molti intellettuali nell'Europa post-rivoluzionaria, specialmente in coloro che dedicavano attenzione ed interesse alle scienze umane e sociali; tuttavia, nel concetto di Guizot sulla 'sovranitÀ della ragione' era insita una componente spiritualista, autoritaria ed antindividualista. Cattaneo, diversamente, tendeva ad onorare 'la veritÀ delle realtÀ locali', ossia di tutte le caratteristiche insite negli innumerevoli elementi di cui lo stato è composto; ed in questo aspetto, il suo pensiero traeva ispirazione dal liberalismo individualista di Constant piuttosto che dai doctrinaires. Credo anche che il liberalismo di Cattaneo sia dichiaratamente debitore verso gli scritti di Thierry ed inoltre nei confronti della filosofia politica appartenente alla tradizione degli idéologues.  相似文献   

6.
A travers l'exemple d'un recueil de miracles attribués à saint Jacques, dont il confronte l'original latin et la traduction castillane, l'auteur s'interroge sur la place de la littérature didactique dans l'enseignement religieux à la fin du Moyen Age. Après avoir étudié comment les transformations apportées par le traducteur castillan à la version latine faisaient évoluer le texte de la sphère de la littérature miraculeuse vers celle de la littérature didactique, il tente de montrer que si cet ouvrage semble offrir aux fidèles un accès direct au savoir doctrinal, il ne libère pourtant pas ses lecteurs de la tutelle ecclésiastique. Cette démonstration prétend remettre en cause l'idée selon laquelle la diffusion des ouvrages didactiques au XVe siècle aurait permis une appropriation individuelle du savoir et donc une remise en cause du contrôle par l'Eglise de l'enseignement religieux.  相似文献   

7.
This article examines the origin, development and controversies concerning the 'Manifesto of racial scientists', the document published in July 1938 that laid the foundations for the forthcoming racial policies of the Fascist regime. The article seeks to explain Mussolini's rationale for adopting a racial ideology in the first place, and for including within this ideology such diverse (and contradictory) concepts as the 'Nordic Aryan' racial identity of Italians; the 'purity and uniqueness' of the 'Italian' race; anti-Semitism; anti-Africanism; and a 'biological' definition of race. These concepts, in general alien to traditional Italian thought, provoked a backlash among some prominent Italian scientists and Fascists of such magnitude as to throw the entire program of racial propaganda in disarray for the remainder of the regime's existence. The article also highlights the career of Dr Guido Landra, the actual author of the Manifesto, and considers the extent to which his ideas influenced the text. Questo articolo esamina l'origine, lo sviluppo e le controversie relative al Manifesto degli Scientisti Razziali. Il documento fu pubblicato nel luglio del 1938 e fornì la base ideologica per i successivi programmi razziali del regime fascista. L'articolo tenta di illustrare il motivo principale per cui Mussolini adottÒ un'ideologia razziale e incluse in tale ideologia concetti diversi e contraddittori come l'identitÀ razziale "Ariano-Nordica" degli Italiani; l'eccezionalitÀ e la pureza della razza italiana; l'antisemitismo; l'anti-Africanismo; e una definizione biologica del concetto di razza. Questi principi, che in generale sono contrari agli ideali comuni italiani, provocarono un contraccolpo, in grande scala fra molti scientisti italiani di fede fascisti e portarono il programma di propaganda razziale a uno stato di confusione per il resto dell'esistenza del regime. L'articolo esamina anche la carriera del dottor Guido Landra, il vero autore del Manifesto, e considera fino a che punto le idee di Landra influenzarono il contenuto del testo.  相似文献   

8.
Editorial     
This article gives a historical and geographical overview of the use of induced abortion from the time of its legalization in 1978 under Law 194. First, we focus from a quantitative perspective on the dramatic changes that have occurred in Italy over the past twenty years, including a 40 per cent drop in the number of abortions, and we offer some explanations for these changes. Second, we illustrate the life patterns that are most typical of abortion seekers in Italy and how they have changed over time: from the conjugal model, where the motive is to limit the size of the family, to the extra-marital model, spontaneous and unpredictable. Another emerging issue emphasized in our work is that of abortion seeking by foreign women; over the past few years this phenomenon has become more relevant and merits attention. Questo lavoro fornisce una panoramica spazio-temporale del ricorso all'aborto volontario a partire dalla sua legalizzazione, avvenuta con la legge 194 del 1978. In primo luogo si sofferma sulle forti modificazioni verificatisi in Italia nel corso del ventennio da un punto di vista quantitativo – il ricorso all'aborto si è infatti ridotto di circa il 40 per cento – e propone delle motivazioni a questo andamento. In secondo luogo pone l'accento sui modelli di abortività prevalenti in Italia e sui cambiamenti avvenuti nel corso del tempo: dal modello tipicamente coniugale, finalizzato a mantenere la dimensione familiare desiderata, a quello extra-coniugale, caratterizzato per la sua estemporaneità ed imprevedibilità. Un altro aspetto emergente che viene sottolineato nel lavoro è quello del ricorso all'aborto da parte di donne straniere; tale fenomeno sta assumendo in questi ultimi anni una grande rilevanza e merita di essere approfondito, al fine di delineare quali tipologie di donne necessitano di politiche di informazione e sostegno.  相似文献   

9.
Considéré comme un “Père de l'Europe” par les historiens actuels, Józef Retinger reste un personnage mystérieux et insolite, souvent décrit dans la littérature existante comme un homme de l'ombre, une éminence grise ayant ses entrées partout. Le présent article désire, au delà des accusations que certains portent sur son action, lever en partie le voile à propos des motivations de l'action européenne de Retinger, marquée par une forte continuité depuis la fin de la première guerre mondiale. Le moment le plus fécond de son activité politique en faveur de l'idée européenne se situe pendant la seconde guerre mondiale, lorsqu'il était le plus proche conseiller du général Sikorski, premier ministre du gouvernement polonais en exil. Déplorant la scission de l'Europe en deux causée par l'antagonisme entre les grandes puissances, il fonde avec le Belge Van Zeeland, en 1946, la Ligue Européenne de Coopération Economique.  相似文献   

10.
Notre article a pour objectif, après un bref rappel historique des épisodes de la Révolution liégeoise de 1789, de souligner l'apport de l'historien belge Henri Pirenne à l'historiographie des révolutions, de mieux cerner les fondements de sa pensée sur le sujet, et de comprendre la nature des oppositions qu'il a rencontrées et de l'héritage qu'il a laissé.  相似文献   

11.
L'histoire des communautés italiennes du Nouveau Monde nous renvoie exactement l'image que nous aurions pu dessiner en analysant l'histoire de l'Italie. De fait, le processus de construction et celui ensuite de destruction d'un imaginaire italien unitaire sont les mêmes. Emilio Franzina a proposé de ne pas voir dans cet effet‐miroir le simple reflet de l'histoire nationale, mais, tout au contraire, d'y découvrir le rôle de l'émigration dans la construction de la nation italienne. Si les élites de la mère‐patrie proposèrent un modèle d’ “italianité” que les classes inférieures ne comprirent pas, l'émigration obligea celles‐ci à élaborer leur modèle d'unité linguistique et comportementale. Dans cette perspective, l'émigration devint un des éléments principaux de la construction d'un horizon culturel national en Italie : le retour de la moitié des immigrés qui rentrèrent avant la Première Guerre mondiale, ainsi que les voyages en Italie de ceux qui restèrent aux Amériques, contribuèrent à la “modernisation” politique et économique de leur réseau natal.  相似文献   

12.
The view of a largely monolithic, 'totalitarian' regime and society in Fascist Italy (which still carries a lot of conviction with an influential group of historians) has been challenged from a number of different viewpoints. The common denominator of this sceptical approach is that, in spite of whatever ideological intentions the Fascist leadership or movement had vis-à-vis the totalitarian transformation of Italian society, the regime failed in establishing deep,enduring structures of social control and active consensus. This article focuses on the Italian regime's (abortive) attempt to substitute the traditional web of allegiances which operated in Italian society with a new, unitary sense of loyalty to Fascism. The main problem identified here is what we may call mussolinismo – the growing tendency of the system to rely on Mussolini's personal decisions and initiatives, often in contradiction to the initial spirit of Fascism or to the views of prominent Fascist figures (Bottai, Balbo, Grandi, etc.). But the article also explores the reasons behind the apparent inability of the dissidents within the Fascist hierarchy to contemplate active opposition to Mussolini – something that happened only on the eleventh hour, in July 1943. Through examining the (often critical) views of important Fascist figures about the regime's political direction (nature of the regime, Axis alliance, etc.), a more complex sense of loyalty to the Duce personally emerges – a form of loyalty that remained non-rational and essentially tautological to the notion of loyalty to Fascism itself. This explains why, in the dramatic July 1943 Grand Council meeting, the vote against Mussolini could for the first time be contemplated in the face of total Fascist collapse as an act of repudiating Fascism as a whole. L'idea di che esistesse una coesione monolitico 'totalitaria' tra regime e società nell'Italia fascista (la quale è ancora di gran lunga diffusa in un gruppo influente di storici) è stata critica da diversi punti di vista. Il comune denominatore di un tale scettico è che, rispetto a qualsiasi motivazione ideologica che la classe dirigente fascista o il movimento stesso ebbe nel tentativo di trasformare la società italiana secondo un indirizzo totalitario, il regime fallì nel costruire strutture radicate e durevoli per ottenere il controllo sulla società ed ottenerne il dovuto consenso. Questo articolo è finalizzato all'analisi del tentativo fallimentare del regime fascista di sostituire la rete tradizionale di legami culturali e sociali esistente nel Paese con un sentimento nuovo ed unitario di lealtà verso il Fascismo. L'aspetto principale che viene posto in evidenza è quello che potremmo definire come mussolinismo , ossia, la tendenza crescente da parte del regime di dipendere sulle decisioni ed iniziative personali di Mussolini, spesso in contrasto con lo spirito ideologico iniziale del Fascismo, o perfino con le concezioni politiche di altri esponenti del regime (Bottai, Balbo, Grandi). L'articolo, inoltre, esplora le ragioni, al di là di una apparente incapacità, da parte dei dissidenti all'interno della gerarchia fascista ad intraprendere una opposizione attiva ai danni di Mussolini - un'opposizione che divenne realtà solo all'ultima ora, nel luglio del 1943. Attraverso un esame (spesso critico) delle visioni e prospettive che esponenti fascisti di primo piano ebbero sulla direzione politica del regime (natura del regime, partecipazione nell'Asse, etc.), emerge un sentimento di lealtà verso il Duce di gran lunga più complesso di quello che ci si potrebbe aspettare, e della natura prevalentemente personale - in breve, una forma di lealtà che rimase non razionale ed essenzialmente tautologica alla nozione di lealtà al Fascismo stesso. Tutto questo spiega perché, durante la drammatica riunione del Gran Consiglio del Fascismo del luglio 1943, il voto contro Mussolini poteva essere concepito, nel contesto del collasso generale del regime, come un atto di ripudio totale verso il Fascismo.  相似文献   

13.
RÉSUMÉ

Michel Houellebecq n’est pas seulement un romancier; c’est aussi un personnage. Ce redoublement accompagne un double jeu qui définit sa posture: il suggère le second degré, mais il rappelle qu’il faut l’entendre au premier. En même temps qu’il ambitionne de rendre compte du monde, il revendique son refus de lui rendre des comptes politiquement et devant la justice. On partira de ce double jeu pour penser ensemble l’?uvre et le personnage, la littérature et l’idéologie. On s’attachera donc aux deux enjeux qui ont constitué les deux « scandales » principaux de cette carrière littéraire: le sexe et l’islam. On montrera d’abord comment le large succès de cette ?uvre, en France et dans le monde, tient à sa capacité à résonner avec l’actualité, jusqu’à donner le sentiment de la préfigurer. On s’interrogera ensuite sur les tensions qui travaillent cette évolution. En effet, comment concilier la critique initiale du libéralisme sexuel hérité de mai 68 avec la charge contre l’islam qui est prise depuis le 11 septembre 2001 dans la rhétorique mondialisée du « conflit (sexuel) des civilisations » ? C’est dans l’affirmation de la masculinité blanche, dont Michel Houellebecq est le héros paradoxal, que se résout cette contradiction.  相似文献   

14.
Cet article est le texte d'une adresse presenté au Premier Seminaire international relatif à l'ekistique et à l'avenir des établissements Humains, tenu à Athènes, juillet 1965. Le tourisme est l'une des trois migrations caractéristiques de notre époque (les deux autres étant la migration de la campagne à la ville et celle du domicile au lieu de travail). Les restrictions sur le tourisme sont devenues progressivement moins impérieuses; continueront-elles dans ce sens, ou vont-elles s'imposer de nouveau? Sous plusieurs aspects, le tourisme se développe à un rythme qui atteint 25 pour cent par an. Ceci ne peut pas continuer, et ne devrait pas, puisque éventuellement l'accroisement de tourisme de masse doit avoir pour résultat une diminution du plaisir collectif. Ce phénomène se produit déjà avec l'automobile en particulier, maintenant que les nombres des voitures en circulation dans les autres parties du monde approchent de la densité existente en Amérique du Nord. Il est probable que la même déteriotation se produira pour les voyages outre-mer, que se font en majeure partie par avion. Pour les pays sous-developpés, le tourisme extérieur peut apporter des immenses bénéfices, comme le prouve l'exemple de l'Espagne. Mais, ces pays sont en fait exporteurs d'une resource naturelle—la beauté de leurs paysages—qui peut-être ne leur sera plus disponible quand ils auront en fin les moyens d'y prendre plaisir eux-même. Si, comme croit C. A. Doxiadis, le monde devient une immense ville—Ecumenopolis—les problèmes de tourisme pourront bien devenir insurmontables. En tout cas, si l'homogenéité du milieu urban continue à s'accroître, est-ce que les gens manifesteront la volonté de visiter un Paris, un Londres, un Peking, qui ont tous le même aspect, l'aspect bien connu de chez eux? Mais nous devons nous méfier des predictions sceptiques: quoi qu'il arrive il se peut que des standards différents permettent de trouver plaisir dans le tourisme à l'avenir, aussi bien qu'aujourd'hui.  相似文献   

15.
This paper advances the spatial-choice modelling literature by further examining the way in which spatial knowledge is gained. The specific research purpose of this paper is to see how a major boundary (the U.S.A.-Canada border) will affect the generation of a spatial-knowledge surface. It is accepted that an important impact on the way an individual makes a spatial choice, such as a decision to migrate, is the amount and quality of the information he / she possesses about different locations. A positive influence on such a knowledge surface is the population size of the location. Negative influences include the separating distance between individual and location, and the degree of clustering the location faces in respect to other places around it. This paper investigates the way in which these influences also hold if a major boundary lies between a subject and the investigated research space. The paper uses a multi-variate model calibrated on lists of recalled United States city names generated at 9 different Canadian test sites. These are then compared to similar model results from 22 U.S. test sites. The Canadian test results are more consistent than those for the United States. Also, for Canadian subjects, there is no distance decay in the probability of recalling a location unless the Canadian test site is located proximate to a major American border city. A strong relationship exists between the population size of the recalled location and its probability of being recalled. There is also further evidence to support a hierarchical method of knowledge processing, albeit in a weaker form than found in the U.S. test sites. Cet article contribue à la documentation sur la modélisation des choix spatiaux en analysant comment on acquiert des connaissances sur l'espace. Le but spécifique de la recherche est d'observer comment une frontière géographique (la frontière entre les États-Unis et le Canada) influencerait la génération d'une surface de connaissances spatiales. Lorsqu'un individu choisit un lieu d'une perspective spatiale (et lorsqu'on prend une décision de migrer) la quantité et la qualité des ren-seignements qu'on possède au sujet des différentes situations influencent profondément sa décision. La population d'un lieu a une influence positive sur une telle surface de connaissances. Parmi les influences négatives il y a la distance qui sépare l'individu du lieu dont il s'agit, la proximité de ce lieu aux autres et le degré d'agglomération d'un lieu par rapport aux autres dans les environs. Dans cet article nous essayons de déterminer comment ces influences fonctionnent si une frontière importante reste entre l'individu et l'espace qu'on étudie. Cette investigation utilise un modèle multivarié, calibré sur des listes de noms de villes aux Etats-Unis qu'on rappelle et qui furent générés à 9 sites canadiens différents. Nous faisons la comparaison entre ceux-ci et des résultats semblables des modèles de 22 sites aux Etats-Unis. Les résultats des tests au Canada sont plus uniformes que ceux des Etats-Unis. De plus, pour les canadiens la distance n'a aucune influence sur la probabilité de rappeler un lieu à moins que le lieu canadien ne se trouve pas très près d'une ville importante américaine située sur la frontière. Une relation forte existe entre la population d'un lieu rappelé et sa probabilité d'être rappelée. D'autres faits suggèrent également la validité d'une méthode hiérarchique de traitement des connaissances, même si ces indications sout moins fortes que ce que l'on observe aux sites américains.  相似文献   

16.
Cet article présente les caractéristiques et l'évolution de la propriété foncière, du marché foncier et des systèmes de production agricoles en Lombardie orientale au 19e siècle. L'auteur analyse les impacts sur l'exploitation de la terre de la substitution des propriétaires fonciers nobles par des bourgeois; des maladies du ver à soie et des vignobles, de l'arrivée des grains américains moins chers; de l'utilisation d'engrais chimiques et d'équipements modernes. Il montre que si la petite propriété représente toujours près d'un tiers du total et que la magnanerie et la viticulture diminuent, il est relevé une croissance des cultures céréalières et fourragères et des dépenses consacrées aux innovations technologiques. Il signale la rationalisation des cultures, l'amélioration des rendements et de la qualité des récoltes ainsi que des revenus non déclarés pour éviter les impôts et explique pourquoi les investisseurs préfèrent les petits aratori comportant des mûriers et des vignobles. Enfin, il donne à voir que l'organisation des exploitations reste liée au degré de risque pris par le propriétaire (la rente fixe garantie par le bail à ferme payé en argent ou une gestion directe de la propriété) et aux cultures (la présence des vignobles et de la magnanerie favorisant les sharecropping contracts).  相似文献   

17.
E. Bloch explique le procès historique à partir d'une interprétation de l'idéalisme historique hégélien et du matérialisme historique. L'histoire est un processus‐progrès dialectique qui tend vers une fin. Mais la fin de l'histoire est seulement une possibilité et il faut l'action libre de l'homme guidée parla ‘ration pratique ‘ pour que ‘l'utopie concrète’ de l'histoire puisse devenir une réalité.  相似文献   

18.
An environmental assessment of the Canadian Nuclear Fuel Waste Disposal Concept was initiated in 1989. The primary purpose of the assessment is to determine the technical feasibility of burying nuclear-fuel waste deep into the Canadian Shield. If deemed acceptable, a second phase of facility siting will commence. The purpose of this paper is to evaluate the social and political dimensions of nuclear-fuel waste management in Canada. It is contended that nuclear-fuel waste management transcends technical concerns, and that the ultimate success or failure of siting procedures is hinged on social and political acceptability. Data focusing on various facets of a nuclear-fuel waste disposal facility were collected from a sample of residents from three northern Ontario communities. Results demonstrate that there is a strong relationship between facility acceptability, risk perception, and distance from community. On the basis of these findings, it is contended that a regional siting approach needs to be developed and implemented to ensure that concerns over the viability of nuclear power, equity, and trust are incorporated and granted legitimacy in the management of nuclear-fuel waste. Une évaluation environnementale du concept d'élimination des déchets de combustible nucléaire au Canada a débuté en 1989. L'idée première de cette évaluation est de déterminer la faisabilité d'enfouir les déchets de combustible nucléaire dans le Bouclier canadien. Si l'on estime que c'est possible, une deuxième phase dans le choix d'un emplacement d'enfouissement débutera. Le but de cet exposé est d'évaluer les dimensions sociale et politique qu'entraînent la gestion des déchets de combustible nucléaire au Canada. On dit que la gestion des déchets de combustible nucléaire va au-delà des préoccupations techniques et que le succès ou l'échec des procédures de choix d'emplacement dépendent aussi de l'acceptabilité sociale et politique. Les données portant sur différentes facettes d'élimination des déchets de combustible nucléaire ont été recueillies auprès de résidents sélectionnés dans trois communautés du nord de l'Ontario. Les résultats ont montré qu'il existait un lien très fort entre l'acceptabilité des installations, la perception de risque qu'elles entraînaient et la distance qui les en séparait de la communauté. Sur la base de ces constatations, on a avancé, quant au choix d'un emplacement, qu'il fallait envisager une approche sur le plan régional pour assurer qu'en matière de gestion des déchets de combustible nucléaire, on reconnaisse de manière légitime les préoccupations touchant à la viabilité de cette énergie.  相似文献   

19.
Through an ethnographic analysis of the social life of three non-anthropological 'museums' in a town in south-eastern Sicily, the contours of public space and public culture are examined in a political environment marked by deeply rooted political conflicts. Local and provincial 'politics of culture', a largely overlooked dimension in traditional anthropological approaches to politics in Sicily and Italy, are analysed. The article also investigates, from a Sicilian and ethnographic point of view, a proposition that underlies many recent North American studies on museums and the politics of culture. Employing a postmodern perspective, these studies have shown the political and conflictual character of museums. They are represented as institutions in which it is possible, if not indeed necessary,for the political and social tensions that roil public space to be represented in a controlled, dialogical form. Even when placed under the gaze of postmodern analysis, therefore, the museum is still viewed as retaining its character as a 'democratic' and public forum. This article looks at what happens in the case of 'museums' where public space assumes unexpected forms, less 'solid' and, instead, radically conflictual. In questo scritto, attraverso l'analisi etnografica della vita sociale di tre musei non antropologici di una piccola città della Sicilia sudorientale, l'autore esamina la conformazione della cultura e della spazio pubblici in un contesto connotato da forte e stratificata conflittualità politica. Intende così analizzare le 'politiche della cultura' messe in atto a livello locale e provinciale, una dimensione spesso poco considerata dagli studi antropologici tradizionali sulla Sicilia e l'Italia. Cerca, in conclusione, di mettere in evidenza e criticare, da un punto di vista etnografico e siciliano, un assunto di molte recenti analisi nord americane sui musei e sulle politiche culturali. Questi studi, assumendo spesso uno sguardo postmoderno, hanno esplicitato il carattere politico e conflittuale del museo. Esso, infatti, è presentato come un'istituzione nella quale è possibile, se non proprio necessario, rappresentare in forme dialogiche e controllate le tensioni politiche e sociali che agitano lo spazio pubblico. Anche in una prospettiva postmoderna, l'istituzione museo conserva, però, il proprio carattere democratico di 'forum' pubblico. Questo scritto si chiede allora cosa accade quando lo spazio pubblico assume conformazioni inattese, meno strutturate rispetto a quelle nordamericane e radicalmente conflittuali.  相似文献   

20.
For most of its existence, the Front National (FN) fitted the classic definition of the anti-system party, opposing the founding values, institutions and elites of the Fifth Republic. Now, under Marine Le Pen's leadership, it has embarked on a strategy to integrate to the regime it once defied. Does this strategy of ‘normalisation’ bear scrutiny? Using a framework drawn from Giovanni Sartori and Robert Michels, this article asks whether the FN is a one-time anti-system party that is becoming mainstream, and also whether these simple oppositional categories are adequate for understanding ideological and policy evolution in the FN's case. Through an analysis of continuity and change in FN strategy and programmes, the article shows a party torn between anti-system differentiation and institutional adaptation. It may claim to have cast out its demons but has not undertaken the necessary moderation of its programme to substantiate that claim. The FN today is on no linear path of deradicalisation but exhibits a combination of consistent, diminished and increasing radicalism across different policy areas. Despite an upward dynamic and a hugely favourable context, it remains almost entirely excluded from power and far from the breakthrough required to become a party of government.

Pour la plus grande partie de son existence, le Front National (FN) était conforme à la définition classique du parti anti-système, s'opposant aux valeurs fondatrices, aux institutions et aux élites de la Ve République. Maintenant, sous la direction de Marine Le Pen, il s'est engagé dans une stratégie visant à intégrer le régime si longtemps défié. Cette stratégie de ‘normalisation’ résiste-t-elle à l'examen ? Se servant d'un cadre analytique emprunté à Giovanni Sartori et à Robert Michels, cet article pose la question de savoir si le FN est un ancien parti anti-système en train de devenir un parti républicain, et en plus si ces catégories d'opposition simples sont suffisantes pour comprendre l'évolution idéologique et politique dans le cas du FN. À travers une analyse de la continuité et du changement dans la stratégie et les programmes du FN, l'article présente un parti déchiré entre différenciation anti-système et adaptation institutionnelle. Il peut se prétendre ‘dédiabolisé’ mais n'a pas entrepris la modération nécessaire de son programme pour soutenir cette affirmation. Le FN d'aujourd'hui n'est pas en voie de dé-radicalisation mais fait preuve d'une combinaison de radicalisme stable, diminué et accru dans divers domaines de la politique. Malgré une dynamique ascendante et une conjoncture des plus favorables, il reste presque entièrement exclu du pouvoir et encore loin d'avoir réussi la percée qu'il lui faudrait pour devenir un parti de gouvernement.  相似文献   

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